Introduzione
Fino a qualche
decennio fa i termini “usura” ed “abrasione” venivano usati
come sinonimi mentre ora si da ad essi un significato differente. Il
termine usura ha un eccezione molto ampia e comprende numerose azioni
meccaniche ripetute che, combinate o meno, riducono nel tempo la
prestazione di una carta o di un cartone, per cui esso è associato
alle condizioni alle quali è sottoposto il materiale durante
l’impiego pratico. Alcune fra le più importanti di queste azioni
sono le abrasione, le sollecitazioni per trazione, piegatura,
flessione, lacerazione, la degradazione del colore ecc..
La natura di questi agenti di usura è cosi varia sia nel tipo che
nella severità che è virtualmente impossibile concepire un
apparecchio che riproduca simultaneamente tutti questi effetti dando
un duplicato delle condizioni reali di usura. Per risolvere questo
problema in laboratorio si è cercato di studiare delle
apparecchiature che possono provare le reazioni della carta ai singoli
agenti di usura, tra i quali l’abrasione è il più importante.
L’abrasione rappresenta solo un aspetto dell’usura ed il termine
stesso da molto chiaramente l’idea del tipo di alterazione di un
materiale risultante da forza di attrito. La resistenza
all’abrasione è un indice di qualità che da delle informazioni
sulla capacità di una carta a resistere ad una azione meccanica di
sfregamento che tende a rimuovere progressivamente il materiale dalla
sua superficie.
La resistenza all’abrasione è influenzata da molti fattori insiti
nella carta stessa, come proprietà meccaniche delle fibre, dimensioni
delle fibre, raffinazione, struttura del foglio, e del tipo, specie e
quantità degli additivi usati nella fabbricazione.La resistenza
all’abrasione è anche influenzata in maniera determinante dalle
condizioni di prova, come natura del mezzo abradente, pressione tra
abradente e provetta, tipo di azione meccanica di sfregamento,
sviluppo e dissipazione del calore durante il ciclo di prova. Le prove
di laboratorio hanno essenzialmente carattere comparativo per cui
possono essere considerate attendibili solo nei casi in cui la
differenza di resistenza all’abrasione
tra le varie carte è di una certa entità.
In generale la misura di laboratorio non deve essere considerata come
un indice assoluto di durata per uno specifico impiego, a meno che non
si sia stabilita una correlazione tra i dati di abrasione ottenuti in
laboratorio e un determinato comportamento all’impiego pratico.
L’apparecchio scelto è quello più usato per la determinazione
della resistenza all’abrasione della carta e dei cartoni; le modalità
di prova indicate nel metodo sono state fissate allo scopo di ridurre
la variabilità dei risultati ottenuti da differenti operatori e
laboratori. E’ stato stimato che la riproducibilità della prova
eseguita con l’apparecchio taber è del = 10% per carte e cartoni a
superficie normale.
Oggetto e campo
di applicazione
Nel presente metodo
si prescrivono le modalità operative da seguire per la determinazione
della resistenza all’abrasione di una carta e di un cartone sia allo
stato condizionato che umido, usando l’apparecchio taber.
Il metodo si
applica a tutti i tipi di carta o di cartone, ad eccezione di quelli
che sono trattati con cere, paraffine ed altri prodotti che possono
intasare la superficie del mezzo abradente.
La prova ha
essenzialmente carattere comparativo.
Definizioni
Abrasione:
asportazione superficiale di materiale a seguito di un attrito (e
quindi di uno sfregamento o di un raschiamento) contro un’altra
superficie.
Resistenza
all’abrasione: misura dell’entità dell’abrasione subita
dalla superficie di una carta (o di un cartone) allo stato
condizionato o umido dopo un determinato numero di cicli, usando
superfici abrasive standard sottoposte ad un carico determinato.
Principio del
metodo
Una provetta di
carta, fissata ad un piatto che gira a velocità costante, è
sottoposta ad una azione di sfregamento volvente da parte di due mole
standard, disposte su un piano verticale, che ruotano in folle
trascinante per frizione sotto un carico determinato. Le mole ruotano
pertanto in direzione opposta e sono disposte sull’apparecchio in
modo che uno abbia un movimento radiale verso l’esterno e l’altra
verso l’interno, in quanto le direzioni di spostamento
della periferia delle mole e della provetta sono ad angolo
acuto rispetto alla linea di contatto.
Si determina, dopo
un numero di giri prefissato, la perdita di massa della provetta nel
caso della prova allo stato condizionato e la quantità di materiale
abraso nel caso della prova allo stato umido, oppure il numero di giri
a cui è stata sottoposta la provetta per ottenere un determinato
aspetto.
Apparecchiatura
L’apparecchio di
abrasione taber è costituito e rappresentato dalle figure.
Piatto ruotante per
la prova allo stato condizionato di diametro 108 mm, rimuovibile,
disposto orizzontalmente e portante al centro una vite. Esso deve
ruotare praticamente su un piano, con una deviazione non superiore a =
0,05 mm misurata ad una distanza di 1,5 mm dalla sua periferia.
Dischetto metallico
e dado per fissare la provetta al centro del tavolino.
Anello auto
stringente con bordo per fissare la provetta nella zona periferica.
Disco di materiale
morbido rivestito di gomma di durezza da 30 a 40 IRHD, di diametro 107
mm e di spessore 0,75mm.
Piatto ruotante per
la prova allo stato umido di diametro 148,5 mm rimuovibile, con il
bordo rialzato provvisto di un rivestimento di gomma in corrispondenza
del percorso delle mole, disposto orizzontalmente e portante al centro
una vite. Il rivestimento di gomma ha la forma di una corona circolare
avente diametro interno di 60 mm circa e diametro esterno di 90 mm
circa. Il piatto deve ruotare praticamente su un piano con una
deviazione non superiore a = 0,05 mm misurata ad una distanza di 1,5
mm dalla sua periferia.
Dischetto metallico
e dato per fissare la provetta al centro del tavolino.
Corona periferica
metallica svasata verso l’interno per fissare la provetta nella zona
periferica mediante viti e per permettere che la provetta sia
ricoperta d’acqua.
Motore, collegato
ad un trasformatore di tensione che fa girare il piatto e la provetta
tra 65 e 75 giri al minuto.
Contatore di giri.
Due bracci
paralleli fulcrati, portanti ciascuno un alloggiamento interno,
montato su cuscinetti a sfere, per applicare le molle. Ciascun braccio
senza massa supplementare deve esercitare un carico sulla provetta di
250 g.
Dispositivo di
aspirazione per rimuovere il materiale asportato per abrasione dalla
superficie di prova, nel caso della prova allo stato condizionato: i
due orifizi di aspirazione devono essere regolati ad una distanza
conveniente al di sopra della provetta (da 0,8 a 1,5 mm).
Mole a diversa
azione abrasiva di diametro da 45 a 50 mm e di larghezza da 12,6 a
12,8 mm, di tipo resiliente a base di granuli abrasivi fini standard
incorporati in una gomma medio dura e di tipo vetrificato. Il tipo di
mola da impiegare deve essere stabilito d’accordo tra le due parti.
La posizione delle
due mole rispetto all’asse di rotazione del piatto è asimmetrica.
Le linee di contatto delle due mole con la provetta sono
perpendicolari ai bracci che le sostengono e si trovano su una stessa
retta, che è situata verso la parte posteriore dell’apparecchio ed
è distante 26 mm circa dall’asse del piatto.
In rapporto al
senso di rotazione del piatto il centro della linea di contatto del
bordo esterno della mola è a 44 mm circa dal centro del piatto,
quello della linea di contatto del bordo interno a 32,0 mm circa.
Le mole girano per
tanto in direzione opposta e sono disposte in modo che una abbia un
movimento radiale verso l’esterno e l’altra verso l’interno cosi
da esercitare un’azione combinata di abrasione, compressione e
torsione su un percorso circolare (corona) di circa 3000 mm2
di area.
Masse, da
applicarsi ai bracci, per sottoporre le mole ad un carico di 500 g o
1000 g.
Piatto rotante,
simile a quello descritto ma senza anello auto stringente, per montare
la carta abrasiva.
Dischi di carta
abrasiva a base di carborundum per il ripristino e la pulitura delle
superfici delle mole di tipo resiliente.
Pannello morbido
largo circa 12 mm e con peli lunghi circa 25 mm, per allontanare dalla
superficie della provetta il materiale rimosso per abrasione.
Pannello duro per
pulire la superficie delle mole durante e dopo le operazioni di
ripristino con la carta abrasiva.
Aria compressa per
pulire le mole del tipo vetrificato.
Bilancia di
sensibilità 0,1 mg.
Filtro di carta per
quantitativa o crogiolo filtrante.
Campionamento e
preparazione delle provette
Si effettua il
campionamento secondo quanto descritto nel metodo (campionamento della
carta e del cartone per le prove).
Da ogni foglio
campione si devono ritagliare almeno tre provette circolari per lato,
salvo accordi diversi tra le parti e nel caso di prova allo stato
condizionato, un ulteriore provetta di controllo per valutare le
variazioni di massa in più o in meno dipende da eventuali cambiamenti
delle condizioni idrometriche ambientali. Le provette per la prova
allo stato condizionato devono avere un diametro di circa 106 mm e
quelle per la prova ad umidi di circa 116 mm e non devono comprendere,
salvo specificazioni particolari, zone con filigrana, con pieghe od
altri difetti visibili.
Al centro della provetta si pratica, mediante una fustella, un foro di
circa 6,4 mm di diametro per poter infilare la provetta stessa nella
vite centrale del tavolino. Per la prova ad umidi di cartone con
spessore superiore a 3 mm circa può essere necessario sfaldare o
ridurre convenientemente lo spessore della provetta ma in questo caso
si deve avere cura che la superficie di prova non si deteriori e che
il retro sia in piano.
Per la prova allo
stato condizionato si condizionano le provette in ambiente conforme a
quanto prescritto nel metodo (condizionamento della carta e del
cartone per le prove).
Condizioni e
procedimento di prova
Prova allo stato
condizionato. Si eseguono le
determinazioni in ambiente conforme a quanto prescritto nel metodo
(condizionamento della carta e del cartone per le prove).
Determinazione per
la perdita di massa.
Si puliscono
accuratamente con il pennello morbido la superficie di prova ed i
bordi di tutte le provette, compresa quella di controllo, e si pesano
con l’approssimazione di 1 mg (m1).
Si inserisce la
provetta, con il lato da esaminare rivolto verso l’alto, nella vite
centrale del piatto, si infila il dischetto metallico e lo si fissa
con il dato. Si applica l’anello e lo si serra mediante l’apposita
vite avendo cura che la provetta sia perfettamente in piano e senza
grinze.
Si azzera il
contagiri, si montano le mole del tipo stabilito d’accordo tra le
parti, avendo cura di non toccare con le dita la loro superficie
abrasiva e di rispettare le indicazioni (faccia interna) e (faccia
esterna) stampigliate su ciascuna mola, e si abbassano sulla provetta
sotto la massa prestabilita.
Si mette in
funzione l’apparecchi e durante la prova si allontana il materiale
abraso mediante aspirazione regolata in modo che non sia troppo forte,
o di tanto in tanto mediante il pennello morbido, senza però
rimuovere la provetta dal piatto. Non si deve asportare il materiale
abraso mediante insufflazione di aria.
Dopo che è stato
effettuato il numero di giri concordato tra le patri oppure quello
necessari a rimuovere lo strato superficiale della provetta o a far
apparire il primo forellino o rottura, si toglie la provetta dal
tavolino, se ne pulisce la superficie abrasa e la si lascia
condizionare.
Dopo aver
sottoposto ad abrasione tutte le provette e dopo che l’ultima è
stata lasciata nell’ambiente di prova per un tempo sufficiente al
suo condizionamento, si pesano con l’approssimazione di 1 mg,
contemporaneamente a quella di controllo (m2).
Determinazione per
aspetto. Si determina il numero di giri necessario a produrre un
determinato effetto quale asportazione di un determinato strato,
formazione del primo forellino o rottura, operando secondo quanto
descritto.
Prova allo stato
umido. Si pulisce accuratamente l’apposito piatto con il bordo
rialzato, si inserisce la provetta, con il lato da esaminare rivolto
verso l’alto, nella vite centrale del tavolino, si infila il
dischetto metallico e lo si fissa con il dato, si sistema la corona
periferica metallica e la si fissa con le viti avendo cura che non si
formino grinze sulla provetta.
Si versa nel piatto
una quantità d’acqua distillata, alla temperatura dell’ambiente
di prova, sufficiente a ricoprire completamente la provetta.
Si azzera il
contagiri, si montano le mole del tipo stabilito d’accordo tra le
parti e si abbassano sulla provetta sotto la massa prestabilita.
Si mette in
funzione l’apparecchio e lo si fa girare per il numero di cicli
concordato tra le parti o finché lo strato superficiale della
provetta è rimosso o finché appare il primo forellino o rottura.
Terminata la prova
si estrae il piatto e si versa l’acqua in un bicchiere; in questo
viene anche raccolto, mediante il getto d’acqua di una spruzzata, il
materiale abraso aderente alla provetta tolta dal piatto, al piatto
stesso e alle mole.
Si filtra il tutto
su un filtro di carta o su un crogiolo filtrante previamente tarati (m1),
si secca a 150° = 3° C fino a massa costante e si pesa con
l’approssimazione di 1 mg (m2).
Calcolo ed
espressione dei risultati
Prova allo stato
condizionato.
Determinazione per
perdita di massa.
La resistenza
all’abrasione si calcola dall’espressione:
100 (m1-m2) = Dm0
P =
N
Dove:
P = perdita di
massa per 100 giri, in milligrammi;
m1 =
massa della provetta condizionata prima della prova, in milligrammi;
m2 =
massa della provetta condizionata dopo la prova, in milligrammi;
Dm0
= variazione di massa, in più o in meno, a seguito di eventuali
cambiamenti idrometrici ambientali, riscontrati sulla provetta di
confronto tra il momento della pesata iniziale e quella della pesata
finale, in milligrammi;
n = numero giri di
prova.
Determinazione per
aspetto. La resistenza all’abrasione è data dal numero di giri
necessario per ottenere il determinato effetto richiesto.
Prova allo stato
umido.
Determinazione del
materiale asportato. La resistenza all’abrasione si calcola
dall’espressione:
1000 (m2-m1)
Pu =
n. 0,93
Dove:
Pu
= massa di materiale asportato per 1000 giri, in milligrammi;
m1
= massa a secco a 150° = 3° C del filtro di carta o del crogiolo
filtrante prima della filtrazione, in milligrammi;
m2
= massa secca a 105° = 3° C del filtro di carta o del crogiolo
filtrante dopo la filtrazione, in milligrammi;
0,93
= fattore di correzione convenzionale per tener conto del contenuto
medio di umidità di carta allo stato condizionato;
n
= numero di giri di prova.
Determinazione
per aspetto. La resistenza all’abrasione è data dal numero di giri
necessario per ottenere il determinato effetto richiesto.
Resoconto
della prova
Nel
resoconto della prova si devono indicare:
-
le informazioni indispensabili per l’identificazione del campione;
-
il riferimento al presente metodo;
-
l’atmosfera normalizzata di condizionamento;
-
il tipo di apparecchio usato;
-
la media aritmetica dei risultati di almeno tre provette separatamente
per ciascuna faccia, approssimata all’unità (milligrammi o numero
di giri);
-
il tipo delle mole usate;
-
il carico applicato alle mole;
-
se la prova è stata effettuata allo stato condizionato o allo stato
umido;
-
il numero di giri effettuato nel caso della valutazione per perdita di
massa (stato condizionato) o del materiale asportato ( stato umido);
-
il tipo di alterazione raggiunto se la prova di resistenza
all’abrasione è stata effettuata per asporto;
-
il numero delle provette esaminate;
-
tutte le eventuali modifiche apportate al metodo e gli eventuali
fattori che possono aver influenzato i risultati..
Avvertenze
L’invecchiamento
del disco di gomma può influenzare i risultati; poiché non è
possibile fissare un metodo di controllo per la sua idoneità si
raccomanda che sia in buone condizioni di aspetto e di mano e che sia
sostituito di tanto in tanto.
Le
mole del tipo resiliente e quelle del tipo vetrificato sono vendute
dalla Taber Instrument Corporation rispettivamente con i nomi
commerciali di (calibrase) e di (calibrade). Le mole del tipo
resiliente consigliate sono: CS 10 per una abrasione leggera e CS 17
per una abrasione un po’ più spinta.Le mole del tipo vetrificato
consigliate sono: H18 per una abrasione piuttosto forte e H 22 per una
abrasione molto energica. L’invecchiamento delle mole di tipo
resiliente può influenzare i risultati; poiché non è possibile
fissare un metodo di controllo si raccomanda che siano in buone
condizioni di aspetto e di mano.
I
dischi di carta abrasiva sono venduti dalla Taber Instrument
Corporation con la sigla (S-11).
La
severità dell’abrasione dipende ovviamente oltre che dal tipo della
mola abradente, anche dalla pressione applicata: alte pressioni
riducono il numero di giri necessario per ottenere il punto finale di
prova ma una prova troppo accelerata può portare a delle conclusioni
errate.
Il
numero delle provette da esaminare per ogni foglio campione dipende
dalla variabilità della carta o del cartone e dalla precisione
desiderata.
Appendice
A
Ripristino
e pulitura delle mole.
A
causa dell’usura disuniforme delle mole del tipo resiliente e
dell’intasamento della superficie abradente con le particelle
fibrose, materie collanti, patine ecc., le mole stesse devono essere
ripristinate e pulite ad intervalli prestabiliti, e precisamente dopo
ogni prova se il numero di giri della singola prova è inferiore a
300-500, altrimenti dopo ogni 300-500 giri. Il ripristino deve essere
effettuato usando un disco di carta abrasiva. S 11 montato su un
appropriato piatto girevole che viene sistemato sull’apparecchio al
posto del piatto porta provette.
Si abbassano le mole con il carico prefissato e si fa compiere
all’apparecchio un numero di 30 giri o superiore fino alla scomparsa
della traccia colorata iniziale che si presenta sul disco abrasivo. Il
disco di carta abrasiva S 11 si deve utilizzare una volta sola.
Durante l’operazione di ripristino e di pulitura si devono rimuovere
continuamente dalle mole e dal disco le particelle asportate
impiegando un pennello duro o un getto d’aria. Le mole devono essere
sostituite quando il loro diametro risulta inferiore a 45 mm.
Le
mole del tipo vetrificato non si usurano disuniformemente, e di
conseguenza non richiedono un ripristino della loro superficie
abrasiva, a meno che non si scheggino o si danneggino accidentalmente.
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